Anatolii Kocherha Notizie
cantante lirico, musicista, artista performativo
- basso
- Unione Sovietica, Ucraina
Ultimo aggiornamento
2024-03-28
Aggiorna
2016-01-16 09:53:35
[…] «politici» con Rodrigo e con il Grande Inquisitore, in Ella giammai m’amò si rende intelligibile senza mai staccarsi dalla mezza voce; diventa credibile il suo amore per la giovane regina, un sentimento, di solito trascurato, che aggiunge intima tristezza alla complessità shakespeariana del personaggio. Il Carlo di Stuart Neill non è aiutato dal fisico ma ha timbro squillante e voce sicura. Lascia un po’ a desiderare nei tratti indecisi, introversi del personaggio. L’Inquisitore Anatolis Kotscherga è nella parte. Il frate-Carlo V Diogenes Randes ha una voce tonante come occorre. Fiorenza Cedolins come Elisabetta ha voce pulita e duttile, capace di seguire le pieghe più segrete della melodia in tutti i momenti in cui ricorda il passato felice; ma per i gesti tragici le manca ancora qualche grado di volume e di intensità drammatica. Dolora Zajicki è una Eboli un po’ stanca, la sua voce va e viene, non […]
2009-09-09 14:12:31
ALEKO di Rachmaninov al MiTo
Gianandrea Noseda (foto D.Porges) Aleko è la prima delle tre opere liriche composte da Sergei Rachmaninov. La compose a soli 20 anni come saggio per il diploma di composizione presso il Conservatorio di Mosca. Ottenne la Gran Medaglia d’Oro del Conservatorio e la pubblicazione dell’opera presso l’editore Gutheil, grazie all’appoggio di Ciaikovski. Un solo atto con una trama piuttosto semplice e tipica del melodramma. In un campo nomadi un marito avanti negli anni uccide la moglie più giovane e il suo amante; viene però allontanato dalla comunità e costretto a vagare per sempre in solitudine. Sono presenti nell’opera reminiscenze italiane e ciaikovskiane, che Rachmaninov riesce però a metabolizzare costruendo una composizione dallo stile già originale. L’opera fu per molto tempo cavallo di battaglia di Feodor Scialiapin e ancora oggi la cavatina di Aleko è nel repertorio di cantanti dell’area slava. (A.Kotcherga e la BPO, dir. C.Abbado) Se […]
2009-08-27 16:42:53
DON GIOVANNI con la regia di Claus Guth dal Salzburger Festspiele 2008
Dopo le Nozze quasi bergmaniane ecco un Don Giovanni noir, secondo me il più bello e riuscito dei tre spettacoli, anche se forse il più lontano in assoluto dalla tradizione. Il tutto si svolge in un bosco oscuro, rotante a seconda delle scene. Bosco, immagine del mondo delle pulsioni, un mondo dove Don Giovanni regna sovrano in virtù della sua dissolutezza (Il dissoluto punito sottotitolano Mozart/Da Ponte), un mondo che attrae gli altri che vi giungono spesso con le torce elettriche per farsi luce, un mondo che la società reprime con le sue convenzioni e le sue istituzioni, di cui il Commendatore sembra essere guardiano vigile. Ambientazione indovinata secondo tale concezione, come lo era il palazzo primo Novecento del Nord Europa delle Nozze (simbolo di una società che reprimeva l’impulso erotico nelle istituzioni e che necessitava dell’eros ex machina per suscitarlo). Durante l’ouverture si vede già Don Giovanni che uccide […]
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