Musica classica di Andrea Bedetti
Musica classica di Andrea Bedetti è un blog in lingua italiana specializzato in musica classica e opera lirica. Come tale, Musica classica di Andrea Bedetti è una fonte qualificata di soclassiq, come Wanderer's Blog o Minima Musicalia - Heinrich von Trotta e molti altri. Il suo più antico articolo indicizzato da soclassiq è datato 2009-06-04. Da allora, un totale di 156 articoli sono stati scritti e pubblicati da Musica classica di Andrea Bedetti.
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Musica classica di Andrea Bedetti sembra essere in pausa in questo momento, dato che nessun articolo è stato pubblicato da 3 mesi. L'ultimo articolo di Musica classica di Andrea Bedetti, "Ludwig II di Baviera, l’angelo custode di Wagner", è datato 2011-02-15.
"In pausa" non significa, tuttavia, che Musica classica di Andrea Bedetti non riprenderà presto la sua attività, né che i suoi articoli sono meno interessanti di un'altra fonte più attiva.
L'attività editoriale non si discosta molto da quella registrata nel periodo precedente.
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Gli ultimi articoli di Musica classica di Andrea Bedetti
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2011-02-15 11:32:19
Ludwig II di Baviera, l’angelo custode di Wagner
Che cosa ne sarebbe stato di Richard Wagner, delle sue grandi opere della maturità, a cominciare dal Tristan und Isolde fino al Parsifal, e del teatro di Bayreuth senza la presenza, la protezione e i fiumi di denaro che il re Ludwig II di Baviera gli concesse in un rapporto unico e tormentato iniziato nel 1864 e conclusosi nel 1880? Questa è una domanda alla quale non si può rispondere, ma si possono avanzare delle ipotesi, delle supposizioni che ci fanno capire come Ludwig II, passato alla storia per essere stato il “re folle”, abbia rappresentato un capitolo fondamentale, inudibile della vita e dell’opera di Wagner. Un capitolo che un giovane studioso piacentino, Nicola Montenz, ha voluto ripercorrere e indagare, sulla base di una fitta documentazione biografica ed epistolare, in un libro, intitolato “Parsifal e l’Incantatore - Ludwig e Richard Wagner”, pubblicato per i tipi di Archinto. Restringendo il campo […]
2011-02-15 10:32:19
Ludwig II di Baviera, l’angelo custode di Wagner
Che cosa ne sarebbe stato di Richard Wagner, delle sue grandi opere della maturità, a cominciare dal Tristan und Isolde fino al Parsifal, e del teatro di Bayreuth senza la presenza, la protezione e i[...]
2011-02-08 13:03:05
Quando la mediocrità si trasforma in genio - Prima parte
Nel 1819 l’editore viennese Anton Diabelli (nel ritratto a fianco) fece distribuire un breve valzer per pianoforte da lui composto a cinquanta compositori, chiedendo a ciascuno di loro di comporre una variazione sul tema da lui proposto per dare vita a un’edizione di beneficenza a favore di vedove e orfani austriaci assai numerosi a causa delle guerre contro Napoleone. Tra coloro che accettarono ci furono, tra gli altri, Moscheles, Hummel, Kalkbrenner, l’arciduca Rodolfo, Czerny, il giovane Schubert e il giovanissimo Liszt. Ma non Beethoven, che sdegnosamente rifiutò l’offerta dell’editore che per sei o sette variazioni gli aveva offerto ben ottanta ducati, in quanto definì il valzer di Diabelli un “Schusterfleck”, ossia “una pezza da calzolaio”, un brano a dir poco maldestro che non meritava attenzione. Ma poi, per necessità economiche, Beethoven (che vediamo in un ritratto del 1823) accettò. Il genio di Bonn le incominciò nel giugno del 1819 ma, […]
2011-02-13 15:27:52
Appunti di storia del Concerto per violino e orchestra - Diciottesima parte
C’è un alone intriso di diffidenza e maledizione che circonda il Concerto per violino e orchestra in re minore opera postuma di Robert Schumann (che vediamo nel ritratto a fianco), l’ultimo lavoro di grande respiro composto prima che la follia facesse scendere definitivamente le tenebre nella mente del compositore romantico tedesco. Composto di getto, tra il 27 settembre e il 3 ottobre 1853, questo concerto non fu mai ascoltato durante la vita di Schumann (che sarebbe morto meno di tre anni dopo in una casa di cura) e quella del dedicatario, il grande violinista Joseph Joachim (nella foto in basso) che, su invito dello stesso compositore, apportò diverse modifiche al manoscritto. L’internamento di Schumann nel manicomio di Endenich, nel febbraio del 1854, bloccò l’esecuzione del concerto violinistico e Joachim, in possesso del manoscritto, nel ventennio successivo ebbe modo di eseguirlo raramente solo in sedi private, davanti a pochi amici, per […]
2011-02-12 15:52:46
Il pianoforte a quattro mani di Beethoven
Non ci sarebbe stata la veicolazione della musica, con l’irruzione del Romanticismo nella prima metà del XIX secolo, senza l’artificio della trascrizione, capace di far trasmigrare ogni composizione da una compagine o da uno strumento ad un altro strumento, spesso e volentieri il pianoforte. Furono soprattutto le sinfonie e brani celebri tratti da opere liriche a essere arrangiati al pianoforte per essere eseguiti da un interprete o, ancora meglio, da due interpreti. Ce lo ricorda il duo olandese formato da Wyneke Jordans e da Leo van Doeselaar che per l’etichetta Et’Cetera hanno registrato un compact disc che propone l’integrale delle composizioni per pianoforte a quattro mani di Ludwig van Beethoven, utilizzando un fortepiano viennese Lagrassa risalente al 1815. Il sommo musicista di Bonn (che vediamo nel ritratto a fianco) compose quattro opere per pianoforte a quattro mani: le Otto variazioni su un tema del conte Waldstein WoO 67, le Tre […]
2011-02-11 13:02:47
Ariosto rivisto da Vivaldi
Bisognerebbe perseguire penalmente chi accosta il nome di Antonio Vivaldi esclusivamente alle annose “Quattro Stagioni” concertistiche. Non fosse altro per il fatto che il geniale compositore veneziano dovrebbe essere almeno, se non maggiormente, ricordato per la sua produzione operistica, la quale vanta autentici gioielli. Tra le tante opere spicca quel capolavoro che è l’“Orlando furioso” (di cui vediamo una riproduzione in basso), rappresentato nell’autunno del 1727 al Teatro Sant’Angelo di Venezia, su libretto di Grazio Braccioli, basato sull’immortale poema dell’Ariosto. In realtà, Il librettista si prese notevoli libertà rispetto all’originale ariostesco, unendo la vicenda di Orlando con quella della maga Alcina, innamorata di Ruggiero. L’intera azione si svolge sull’isola della perfida Alcina: Orlando non riesce a trovare l’amata Angelica, che invece piange la scomparsa del moro Medoro; questi viene salvato dal naufragio proprio da Alcina, che diviene complice di Angelica. La maga seduce Ruggiero con i suoi poteri, ma Bradamante […]
2011-02-11 12:29:30
Il lato serio di Gioachino Rossini
Chi associa il nome di Gioachino Rossini al repertorio dell’opera buffa, a titoli come “Il barbiere di Siviglia”, “L’italiana in Algeri”, “Il Turco in Italia”, “Il signor Bruschino”, si macchia di un luogo comune che lo porta a dimenticare quanto e come l’opera seria, al contrario, sia connaturata al sommo compositore di Pesaro. Sì, perché la musica di Rossini, la sua straordinaria capacità e facilità di comporre mal si adattano alla sola immagine della situazione comica, di una trama intricata tra personaggi buffi e azioni esilaranti; al contrario, Rossini è sinonimo di drammaticità e di tragicità, due generi dell’arte musicale grazie ai quali il musicista marchigiano ha raggiunto vette assolute. Così, titoli come “Tancredi”, “Otello”, “Mosè in Egitto”, “La donna del lago”, “Maometto secondo” e quell’immortale capolavoro che è “Semiramide”, ci fanno ben comprendere come Rossini puntasse proprio sull’aspetto drammatico della sua opera per essere ricordato, come auspicò, dai posteri, […]
2011-02-11 12:11:38
Nel cuore del pianismo austro-ungarico
La pianista francese Hélène Grimaud impone sempre all’ascoltatore, vuoi in sede concertistica, vuoi in quella discografica, scelte impegnative, legate da precisi fili conduttori. Come nel caso dell’ultimo disco, pubblicato dalla Deutsche Grammophon e intitolato “Resonances”, che vede la bella Grimaud presentare quattro capisaldi della letteratura pianistica di tradizione austro-ungarica, la divina “Sonata in la minore K310” di Wolfgang Amadeus Mozart, l’abissale “Sonata Op. 1” di Alban Berg, la mostruosa “Sonata in si minore” di Franz Liszt e le deliziose “Danze popolari rumene BB 68” di Béla Bartók. Apparentemente quattro composizioni disgiunte, ma che la pianista transalpina, come spiega nelle note che accompagnano il disco, accosta sia per tonalità, il si minore della sonata listziana e di quella bergiana, sia a una tensione “teatrale” del pianoforte, che unisce la sonata di Liszt a quella in la minore di Mozart, così come nelle danze rumene del compositore magiaro. La “Sonata in la […]
2011-02-11 11:38:41
Quando il violino incontra il pianoforte
È a partire dalla seconda metà dell’Ottocento che il genere del repertorio cameristico della sonata per violino e pianoforte assume un ruolo sempre più marcato, specifico, anche grazie alla presenza sempre più radicata nell’Europa centrale e del nord della cosiddetta Hausmusik, quella musica che veniva suonata, quasi sempre da interpreti dilettanti, nei nuclei familiari. Tempi in cui in molte abitazioni si potevano trovare almeno un pianoforte o un violino, appunto. Non c’è da stupirsi, quindi, se la letteratura di questo genere musicale nei decenni che precedono l’affacciarsi del Novecento furono fecondi, come ci ricorda un compact disc che è stato pubblicato dalla Deutsche Grammophon e che presenta tre grandi sonate per violino e pianoforte, quella di Leoš Janáček, la seconda delle tre di Edvard Grieg e una delle più geniali in assoluto, la sonata in la maggiore di César Franck, nell’interpretazione di due dei maggiori artisti attuali, il violinista Vadim […]
2011-02-10 14:20:10
Il Bach decontestualizzato di Stefano Grondona
Prendere in oggetto partiture “achitarristiche” di Bach per giungere a una visione “metachitarristica” del genio di Eisenach. È stata questa l’intenzione di Stefano Grondona, uno dei maggiori chitarristi nel panorama internazionale, che nel suo ultimo disco, intitolato “Grondona plays J. S. Bach” e pubblicato da Stradivarius, ha voluto, come scrive egli stesso nelle note di copertina, “decontestualizzare” il suo strumento musicale per permettere all’ascoltatore di approdare all’immenso arcipelago bachiano circumnavigandolo in un modo diverso, seguendo un’altra rotta. Una rotta che si basa su un «percorso espressivo aldilà di quei ristretti perimetri concettuali relativi ad una identità storica localizzata». Quindi, la Toccata in mi minore BWV 914, il Preludio in re minore BWV 999, la Fuga del Signore Bach in la minore BWV 1000, il Preludio Fuga Allegro in mi bemolle maggiore BWV 998 e i sedici pezzi tratti dal “Notenbüchlein für Anna Magdalena Bach” (questi i brani scelti da Grondona, […]