Adriano Lualdi Vídeos
compositor italiano
Conmemoraciones 2025 (Nacimiento: Adriano Lualdi)
- ópera
- Italia, Reino de Italia
- compositor, director de orquesta, político
Última actualización
2024-05-01
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Ferdinando Russo Salvatore Gambardella Francesco Albanese Albanese Torre Greco Bellini Caruso Severi Giachetti Agus Gluck Amara Rossini Mozart Verdi Puccini Cherubini Spontini Tedesco Charpentier Weber Lualdi Montemezzi Sauguet Prokofiev Lotti Maria Callas Schiavo Beniamino Gigli Visse Fineschi Teatro Bellini Napoli Opera Roma Fenice Scala Maggio Musicale Fiorentino 1911 1937 1939 1940 1941 1942 1945 1946 1947 1949 1951 1952 1953 1954 1955 1959 1961 1994
Quanno tramonta 'o sole (1911) di Ferdinando Russo e Salvatore Gambardella tenore Francesco Albanese Albanese Francesco, tenore. (Torre del Greco, Napoli 13 agosto1912 / Roma 11 giugno2005) La voce pastosa, calda ed espressiva gli permise di eccellere nella canzone napoletana con interpretazioni rispettose delle partiture originali. Non si limitò a mettere in repertorio i classici della canzone ma scese in campo anche nella Piedigrotta. Avvenne nel 1949 al Teatro Bellini di Napoli, nel quadro delle audizioni Bideri e cantò Desiderio di Trusiano e Mazzocco. Nel 1951 incise Malafemmena di Totò: la sua versione è tra le migliori. Studiò canto lirico fin dall'adolescenza a Napoli. Si trasferì giovanissimo negli Stati Uniti, a Boston dove vinse il prestigioso concorso Geraldin Ferrar, mitico soprano che proprio di Caruso era stata partner. Tornato in Italia, frequentò severi corsi di canto a Bologna, e presso l'Opera di Roma con Francesco Salfi. Dopo modeste apparizioni diventò professionista nel 1937 e incise Luna Nova, 'A vucchella, Santa Lucia luntana. L'anno dopo il regista Amleto Palermo lo scritturò per la colonna sonora del film Napoli che non muore con Fosco Giachetti, Gianni Agus, Clelia Matania e Marie Glory. Albanese appuntò cantò Napule can un more di Tito Manlio e Bonavolontà. Nel 1939 tornò in sala di incisione per Gelusia (napulitana). Sulla scena lirica esordì a Roma il 10 giugno 1940 interpretando il ruolo di Evandro nell'Alceste di Gluck. Nel 1942, esordì alla Fenice di Venezia nel ruolo di Ramiro. Nonostante i successi continuò a dedicarsi a lla canzone napoletana. Nel 1941 registrò Mandulinata amara di Quagliero-Celentano che non ebbe riscontri commerciali. Più fortunata Senz'odio e senz'ammore di Ernesto Murolo. Cantò nei più importanti teatri del mondo, dal San Carlo di Napoli, alla Scala, da Lisbona nel 1946 a Londra nel 1947, da Monaco a Stuttgert nel 1952. Eccelse nel repertorio di Rossini, Mozart, Verdi , Puccini, Cherubini, Spontini, ed affrontò anche il repertorio francese e tedesco con grande successo con l'opera di Charpentier, Louise, nel ruolo di Julien, e con l'opera di Weber, Il franco cacciatore nel ruolo di Max , e proprio in quest'opera il critico Giorgio Vigolo scrisse: "Albanese ripose generosamente e con maschia espressività alle esigenze del suo personaggio". senza rinunciare a misurarsi con opere meno famose come La regina Uliva di Sonzogno (Milano 1949), La luna dei Caraibi di Lualdi (Roma 1953), L'incantesimo di Montemezzi (Verona 1953), e la partecipazione in prima rappresentazioni per l'Italia quali: Agnese di Hohenstaufen di Spontini (Firenze 1954), I capricci di Marianna di Sauguet (Napoli 1955), e soprattutto Matrimonio al convento di Prokofiev (Napoli 1959), in cui creò una saporosa figura di personaggio comico per lui inconsueto ed indimenticabile. Nel 1945 all'apice della fortuna, fu protagonista del film Canto ma sottovoce, diretto da Giudo Brignone con Paolo Stoppa, Ave Ninchi e Mariella Lotti. Nel 1952 al Maggio Musicale Fiorentino fu accanto a Maria Callas nella riscoperta de l'Armida di Rossini e poi ancora con lei nella indimenticabile Ifigenia in Tauride alla Scala di Milano nel 1955. E al San Carlo concluse la carriera dopo 21 anni di successi in Lo schiavo di sua moglie nel 1961. Lasciata troppo presto la carriera, Beniamino Gigli lo salutò come "l'Imperatore dei Tenori", trovò impiego come funzionario alla Cassa per il Mezzogiorno. Visse appartato a Roma con la sua seconda moglie, il soprano Onelia Fineschi da cui ebbe una figlia. Il critico Gualerzi lo considerò nel campo della canzone napoletana secondo solo a Caruso. A Torre del Greco, dal 1994, si tiene un concorso di canto lirico che porta il suo nome.
Wolfgang Amadeus Mozart Bach Ludwig Van Beethoven Chopin Schubert Wagner Vivaldi Brahms Giuseppe Verdi Giuseppe Mulè Vincenzo Bellini Adriano Lualdi Guida Guglielmo Zuelli Tchaikovsky Handel Liszt Haydn Mahler Rossini Ravel Grieg Conservatorio Santa Cecilia 1885 1903 1922 1925 1929 1945 1951
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Lualdi Milva Gemma Bellincioni Esposito Bruni Nino Rota Franco Bonisolli Marangoni Lombardo Landi Moretti Elena Mauti Nunziata Giacomo Puccini Giacchino Rossini Mercurio Mario Lanza Enrico Caruso Orme Generali Ricci Rondinella Piazzano Rocca Ricciardi Castellani Meletti Boyer Teatro San Carlo 1934 1957 1960 1962 1963 1964 1965 1968 1979 1980 1982 1983 2001
Luciano Lualdi, tenore. (Napoli, 3 marzo 1934 - 27 agosto 2001). Figlio di un pianista e compositore, partecipò nel 1957 al concorso per voci nuove indetto dalla Rai. Lo vinse con Milva e Lucia Altieri. Continuò a studiare, con il grande soprano Gemma Bellincioni, perfezionando la sua voce morbida e duttile di tenore leggero. Lavorò immediatamente con l'orchestra di Carlo Esposito presentandosi al grande pubblico nel "Giro d'Italia della Canzone". La sua popolarità raggiunse il punto più alto al Festival di Napoli, dove esordì nel 1960 con "Turnammoce a ncuntrà" di Mallozzi - Colosimo. Tornò nel 1962 con "Stasera nun sì tu" di Annona - Acampora e nel 1963 con "Dint ‘a cchiesa", musicata da Sergio Bruni su versi di De Crescenzo. Un grande successo lo ottenne nel 1964 con "Napoli c'est finì" di Mascolo - Piccolo - Bongusto, affidata nell'altra esecuzione proprio a Fred Bongusto. Nel 1965 vince la rassegna "Nuovi talenti europei", partecipando alla finale che si svolse a Parigi. L'ultima apparizione al Festival di Napoli, avvenne nel 1968, con la canzone "Meno 10 meno 5 meno 3 meno 2" di Cutolo - Giarondi. La duttilità vocale, nel destreggiarsi sia nella canzone leggera e nel repertorio lirico, gli permise di debuttare il 14 gennaio 1968, nella prima mondiale di "Aladino e la lampada magica" di Nino Rota, diretto da Carlo Franci, con V. Godoni, Anna Maria Rota, Franco Bonisolli, F. Devià, B. Marangoni. Nello stesso anno, prese parte a Canzonissima, interpretando I' te vurria vasà con antagonista la grande Mina. Negli anni '70 si diede anche all'operetta e nel 1980 interpretò a Trieste la parte di Totò in Scugnizza di Lombardo e Costa per la regia di Gino Landi, trasmessa per la Rai, con Daniela Mazzuccato, Silvana Moyso e gli attori Linda Moretti e Gino Pernice. Canta al Teatro San Carlo di Napoli, nel febbraio del 1980, il ruolo di Pinkerton nella Madama Butterfly, protagonista Elena Mauti Nunziata diretto dal maestro Giacomo Maggiore. Nel 1983 fu scelto dalla regista Franca Valeri per interpretare il ruolo di Mario Cavaradossi nella Tosca di Giacomo Puccini. Cantò anche il ruolo di Turiddu nella Cavalleria Rusticana e sempre per il Teatro San Carlo di Napoli, interpretò la parte del tenore solista nella Petite Messe Solemnelle, di Giacchino Rossini. La passione per la canzone napoletana non la abbandonò mai, infatti numerose furono le trasmissioni televisive che lo videro protagonista in emittenti napoletane quali Canale 21 e Canale 34. Nel 1979 incise il suo primo album dal titolo “ E’ sempre Napule" diretto dal maestro Marino Mercurio e nel 1982 il secondo album dal titolo "Napoli... I' voglio a tte" dedicato a Mario Lanza con brani classici del repertorio di Enrico Caruso. Dal matrimonio con Silvana Cacciapuoti, conosciuta nel 1963 in occasione della Barca d'Oro al Teatro Mediterraneo di Napoli, sono nati tre figli: Annalisa, Alessandro ed Ivan. I due figli maschi, hanno seguite le orme del padre, entrambi ottimi tenori, fanno parte del coro del Teatro San Carlo di Napoli. Una piccola curiosità, verso la fine del 1960, il settimanale Sorrisi e Canzoni, indice una particolare campagna elettorale chiamata Elezioni Musicali Generali, con lo scopo di costituire un Parlamento della Canzone. Sono scelti 158 cantanti divisi in 9 partiti e nella lista c'è anche Luciano Lualdi. Vengo invitati tutti a votare: infatti lo slogan del giornale è "Votate per chi volete ma votate". Lista N.4, Partito Italo-Partenopeo della canzone. Simbolo il Panorama del Golfo di Napoli. Candidati: Sergio Bruni(Capolista), Mario Abbate, Ugo Calise, Renato Carosone, Gloria Christan, Fausto Cigliano, Tony Cucchiara, Mimmo del Sud, Aurelio Fierro, Nunzio Gallo, Dino Giacca, Luciano Glori, Grazia Gresi, Luciano Lualdi, Roberto Murolo, Nik Pagano, Tullio Pane, Amedeo Pariante, Maria Paris, Franco Ricci, Armando Romeo, Giacomo Rondinella, Mario Trevi, Gabriele Vanorio. Si piazzano al quinto posto, con 33.212 voti, ottenendo due seggi e vengono eletti Sergio Bruni e Giacomo Rondinella. Inoltre per gli appassionati del Maresciallo Rocca, la fiction con protagonista Gigi Proietti, hanno potuto ascoltare la voce di Luciano Lualdi nella colonna sonora, con l'interpretazione della canzone Dicitencello Vuje. Presenze al Teatro di San Carlo: gennaio 1968, N. Rota, Aladino e la lampada magica, F. Bonisolli, F. Davià, V. Gordoni, A. M. Rota, L. Gambelli, F. Jacopucci, G. Valentini, L. Lualdi (il terzo compagno di Aladino), G. Ricciardi, E. Castellani, S. Meletti, dir. Carlo Franci febbraio 1980, G. Puccini, Madama Butterfly, E. Mauti Nunziata, L. Lualdi, A. Boyer, dir. Giacomo Maggiore
Lualdi Milva Gemma Bellincioni Esposito Bruni Nino Rota Franco Bonisolli Marangoni Lombardo Landi Trionfo Moretti Verdi Elena Mauti Nunziata Giacomo Puccini Giacchino Rossini Mercurio Mario Lanza Enrico Caruso Generali Ricci Rondinella Piazzano Rocca Teatro Verdi Trieste Teatro San Carlo 1934 1957 1960 1962 1963 1964 1965 1968 1979 1980 1982 1983 2001
Luciano Lualdi, tenore. (Napoli, 3 marzo 1934 / 27 agosto 2001). Figlio di un pianista e compositore, partecipò nel 1957 al concorso per voci nuove indetto dalla Rai. Lo vinse con Milva e Lucia Altieri. Continuò a studiare, perfezionando la sua voce morbida e duttile di tenore leggero, e continuando gli studi con il grande soprano Gemma Bellincioni. Lavorò immediatamente con l'orchestra di Carlo Esposito e si presentò al grande pubblico nel "Giro d'Italia della Canzone". La sua popolarità raggiunse il punto più alto al Festival di Napoli, dove esordì nel 1960 con "Turnammoce a ncuntrà" di Mallozzi / Colosimo. Tornò nel 1962 con "Stasera nun sì tu" di Annona / Acampora e nel 1963 con "Dint''a cchiesa", musicata da Sergio Bruni su versi di De Crescenzo. Il più grande successo lo ottenne nel 1964 con "Napoli c'est finì" di Mascolo / Piccolo / Bongusto, affidata nell'altra esecuzione proprio a Fred Bongusto. Nel 1965 vince la rassegna "Nuovi talenti europei", partecipando alla finale che si svolse a Parigi. L'ultima apparizione al Festival di Napoli, avvenne nel 1968, con la canzone "Meno 10 meno 5 meno 3 meno 2" di Cutolo / Giarondi. La duttilità vocale, nel destreggiarsi sia nella canzone leggera e nel reportorio lirico, gli permise di debuttare il 14 gennaio 1968, nella prima mondiale di "Aladino e la lampada magica" di Nino Rota, diretto da Carlo Franci, con V. Godoni, Anna Maria Rota, Franco Bonisolli, F. Devià, B. Marangoni. Nello stesso anno, prese parte a Canzonissima, interpretando I' te vurria vasà con antagonista la grande Mina. Negli anni '70 si diede anche all'operetta, e nel 1980 interpretò a Triste la parte di Totò in Scugnizza di Lombardo e Costa per la regia di Gino Landi, trasmessa per la Rai. Fu un trionfo, accanto a lui cantarono Daniela Mazzuccato, Silvana Moyso e come attori Linda Moretti e Gino Pernice ed ebbe la riconferma per altri due anni al Teatro Verdi, di Trieste, da sempre culla dell'operetta. Cantò al Teatro San Carlo di Napoli, nel febbraio del 1980, il ruolo di Pinkerton nella Madama Butterfly, accanto ad Elena Mauti Nunziata, e diretto dal maestro Giacomo Maggiore e nel 1983 fu scelto da Franca Valeri come Mario Cavaradossi per un allestimento della Tosca di Giacomo Puccini. Cantò anche il ruolo di Turiddu nella Cavalleria Rusticana e sempre per il Teatro San Carlo di Napoli, interpretò la parte solista nella Petite Messe Solemnelle, di Giacchino Rossini. La sua passione per la canzone napoletana non la abbandonò mai, infatti numerose furono le trasmissioni televisive che lo videro protagonista in emittenti napoletane quali Canale 21 e Canale 34. Nel 1979 incise il suo primo album dal titolo "'E sempre Napule" diretto dal maestro Marino Mercurio e nel 1982 il secondo album dal titolo "Napoli... I' voglio a tte" dedicato a Mario Lanza con brani classici del repertorio di Enrico Caruso. Dal matrimonio con Silvana Cacciapuoti, conosciuta nel 1963 in occasione della Barca d'Oro al Teatro Mediterraneo di Napoli, sono nati tre figli: Annalisa, Alessandro ed Ivan: i due figli maschi sono entrambi degli ottimi tenori e fanno parte del coro del Teatro San Carlo di Napoli. Una piccola curiosità, verso la fine del 1960, il settimanale Sorrisi e Canzoni, indice una particolare campagna elettorale chiamata Elezioni Musicali Generali, con lo scopo di costituire un Parlamento della Canzone. Sono scelti 158 cantanti divisi in 9 partiti e nella lista c'è anche Luciano Lualdi. Vengo invitati tutti a votare: infatti lo slogan del giornale è "Votate per chi volete ma votate". Lista N.4, Partito Italo-Partenopeo della canzone. Simbolo il Panorama del Golfo di Napoli. Candidati: Sergio Bruni(Capolista), Mario Abbate, Ugo Calise, Renato Carosone, Gloria Christan, Fausto Cigliano, Tony Cucchiara, Mimmo del Sud, Aurelio Fierro, Nunzio Gallo, Dino Giacca, Luciano Glori, Grazia Gresi, Luciano Lualdi, Roberto Murolo, Nik Pagano, Tullio Pane, Amedeo Pariante, Maria Paris, Franco Ricci, Armando Romeo, Giacomo Rondinella, Mario Trevi, Gabriele Vanorio. Si piazzano al quinto posto, con 33.212 voti, ottenendo due seggi e vengono eletti Sergio Bruni e Giacomo Rondinella. Inoltre per gli appassionati del Maresciallo Rocca, la fiction con protagonista Gigi Proietti, hanno potuto ascoltare la voce di Luciano Lualdi nella colonna sonora, con l'interpretazione della canzone Dicitencello Vuje.
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