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2024-05-02
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Teatro Flavio Vespasiano Rieti Trionfo Uto Ughi 1838 1882 1883 1893 1898
TEATRO FLAVIO VESPASIANO Nel 1882, a seguito di una disposizione, governativa, che vietava l'uso di teatri costruiti in legno, a Rieti venne chiuso il teatro dei Condomini. Dopo undici anni di silenzio, il 20 settembre 1893, tornava a Rieti la grande lirica: si rappresentavano Cavalleria Rusticana e Faust. L'idea di costruire un teatro più sicuro e confortevole era nata nel 1838. La "bella impresa" però non riuscì a prendere quota fino al 16 dicembre 1883, quando fu posta la prima pietra. I lavori andavano per le lunghe, l'impegno economico era sostanzioso. La soluzione si profilò con la partecipazione della Cassa di Risparmio cittadina. Il progetto fu affìdato ad Achille Sfondrini che aveva già realizzato il Costanzo di Roma. Il nuovo teatro ebbe il nome di un illustre figlio della terra sabina, l'imperatore Flavio Vespasiano. Cinque anni di attività e poi la tragedia: nel 1898 un terribile terremoto procura danni irreparabili all'edificio. La bella cupola dipinta da Giacomo Casa non è restaurabile e il Comune affida a Giulio Rolland la ridipintura. Lavoro impegnativo, quello dell'artista, per le difficoltà oggettive della resa prospettica, giocata sul difficoltoso andamento della volta. Si trattava di modulare paesaggio e personaggi in movimento su un fondo architettonico concavo, dove tutte le normali prospettive sono falsate. L'occhio dello spettatore è attratto dalle parti narrative di un corteo che celebra il tema del trionfo di Tito e Flavio a Roma dopo la conquista di Gerusalemme. Lo sfondo si nutre delle possenti architetture della Roma Imperiale, e ben si evidenzia l'Arco di Tito, sotto il quale scorrono soldati, prigionieri, trofei e insegne. Spicca la quadriga con gli imperatori e ovunque è percepibile la profondità della pittura così come il candelabro a sette bracci, simbolo della cultura religiosa ebraica. L'atrio fu invece decorato da Antonino Calcagnadoro con cinque figure raffiguranti i generi teatrali. Al soffitto lavorò Guglielmo Ballester che rappresentò l'allegoria della Musica. Nell'atrio sono stati poi aggiunti targhe e busti a ricordo della presenza di grandi artisti in questo teatro. Il teatro Flavio Vespasiano si presenta con una platea divisa in due settori con circa duecentoquaranta posti, seguono tre ordini di palchi, ventidue per piano, in alto il loggione, un tempo con oltre cento posti, oggi ridotti a poco più di trenta per le nuove norme di sicurezza. Lungo i balconi dei palchetti sono raffigurati in eleganti stucchi i più insigni musicisti tra putti e fini decorazioni. Particolarità del Flavio Vespasiano è certamente la straordinaria acustica, non a caso, Uto Ughi ha stabilito che la I Edizione del Premio Nazionale per l'Acustica sia destinato proprio al nostro teatro.
Cara Michael Alfonsi Rieti Giuseppe Verdi Teatro Flavio Vespasiano Nova Amadeus 2022
Traviata - Giuseppe Verdi Recita del 29 aprile 2022 Teatro Flavio Vespasiano di Rieti Duetto ultimo atto Parigi o cara Michael Alfonsi, tenore Emanuela Digregorio, soprano Mirca Rosciani, direttore coro e orchestra nova Amadeus
Teatro Flavio Vespasiano Rieti Battistini Fallisi 1982
Registrazione audio amatoriale del debutto, quali vincitori del Concorso Mattìa Battistini, del soprano: Violetta, TIZIANA FABBRICINI e del baritono: Giorgio Germont, GIUSEPPE RIVA. tenore: Alfredo Germont GIUSEPPE FALLISI
Teatro Flavio Vespasiano Rieti 2012
GRUPPO TEATRALE GAD SIPARIO APERTO REGIA: Guido Marcellini AUTORE: Samy Fayad Tempi stretti e ritmi serrati: questi gli ingredienti di "Ma que è sso meschiume!". La commedia, ricca di intrecci ed equivoci, ha inizio e sviluppo nella bizzarra agenzia investigativa "occhio d'oro"di proprietà di Ndoniu Piselli, avvocato ed investigatore capo, affiancato da un segretario buono a nulla, Pasqualinu Bazzicher, che gliene combina di tutti i colori al punto da farlo trovare in situazioni ingarbugliate e spiacevoli. L'agenzia ha sede nell'appartamento di Ndoniu, il quale vive con le sorella Barbara, particolarmente premurosa e protettiva nei suoi confronti, che ha come unico desiderio quello di vederlo sposato. Ndoniu, però, è uno scapolone incallito che, a causa dell'esperienza maturata grazie alla sua professione, ha una folle paura del tradimento. L'altro imbranato collaboratore di Settimiu. Quest'ultimo ha la convinzione di avere sempre la soluzione giusta per ogni caso da risolvere. Essendo l'inviato dell'agenzia, infatti, gira l'Italia a spese di Mariano con il pretesto di effettuare i vari pedinamenti, trovandosi sempre nel luogo sbagliato ed al momento sbagliato senza concludere nulla di buono. Il povero Ndoniu non è solo vittima delle stranezze dei suoi collaboratori ma anche dei clienti che si rivolgono all'agenzia: fra questi c'è Colomma la quale, fingendosi cliente, sconvolgerà la vita di Ndoniu con una sconvolgente rivelazione, portando alla luce verità scomode, sepolte dagli anni. Fra colpi di scena ed esilaranti gag l'intreccio si scioglie con l'avvento di altri personaggi e solo alla fine si riesce a far luce e rimettere insieme l'inquietante mosaico.
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