Eugenio Leggiadri Video
cantante lirico
- baritono;basso-baritono;basso
Ultimo aggiornamento
2024-05-21
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Montserrat Caballé Sherrill Milnes Robert Goodloe Nico Castel Andrij Dobriansky Diaz Nicolai Gedda Danieli Douglas Ahlstedt Paul Franke James Levine Leggiadri Felici Metropolitan Opera House 1974
You can download the whole opera here: (http•••) Montserrat Caballe in the live performance of I Vespri Siciliani . Monforte Sherrill Milnes Bethune Robert Goodloe Vaudemont Edmond Karlsrud Tebaldo Nico Castel Roberto Andrij Dobriansky Elena Montserrat Caballé Ninetta Cynthia Munzer Procida Justino Diaz Arrigo Nicolai Gedda Danieli Douglas Ahlstedt Manfredo Paul Franke Chorus and Orchestra of the Metropolitan Opera House Conductor James Levine 9 march 1974 New York Metropolitan Mercé, dilette amiche, Di quei leggiadri fior; Il caro dono è immagine Del vostro bel candor! Oh! fortunato il vincolo Che mi prepara amor; Se voi recate pronube Felici augurii al cor! Sogno beato, caro delirio, Per voi del fato l'ira cessò! L'aura soave che qui respiro Già tutti i sensi m'inebbriò. O piaggie di Sicilia, Risplenda un dì sereno; Assai vendette orribili Ti lacerano il seno! Colma di speme e immemore Di quanto il cor soffrì, Il giorno del mio giubilo Sia di tue glorie il dì, Sogno beato, caro delirio, ecc., ecc. CORO: L'affetto che inspiri Seduce ognicor! È serto di gloria Il serto d'amor!
Ravel Godebski Beaumont Nomi Jeanne Leleu Corda Leggiadri Salle Gaveau 1908
Nel settembre del 1908 Ravel trascorse una breve vacanza a Valvins (vicino a Fontainebleau), nella casa degli amici Godebski. Per i loro figli Mimi, di nove anni e Jean di sette, scrisse un breve e facile brano per pianoforte a quattro mani che doveva servire da introduzione a quelle fiabe di Perrault, di Madame d'Aulnoy e Madame Leprince de Beaumont, delle quali Ravel era un narratore impareggiabile. Questa "Pavane de la Belle au bois dormant", dalle tinte aurorali, sarà il primo episodio della suite Ma mère l'oye. Due anni dopo Ravel si ricordò di quella piccola Pavane pensando che da quelle fiabe si poteva trarre lo spunto per una serie di bozzetti musicali, sempre secondo la formula del pianoforte a quattro mani. Nacque così in brevissimo tempo la suite dei racconti di Ma mère l'oye, in cui all'iniziale Pavane si aggiunsero Petit Poucet; Laideronnette, impératrice des pagodes; Les entretiens de la Belle et de la Bète; Le jardin féerique. In questa forma la nuova suite risuonò alla Salle Gaveau sotto le dita di due diligentissime bambine che rispondevano ai nomi di Jeanne Leleu e Geneviève Durony. "Un giardino incantato. Una vecchia è seduta davanti a un arcolaio. Entra la principessa Fiorine saltando con la corda. Inciampa e va a cadere sull'arcolaio pungendosi col fuso. La vecchia chiede soccorso. Gentiluomini e gentildonne accorrono. Cercano invano di rianimare la principessa. Tutti si ricordano allora della maledizione delle fate. Due dame preparano la principessa per il suo sonno secolare. «Pavane de la Belle au bois dormant» - Fiorine s'addormenta. La vecchia si alza, si libera dal sordido mantello rivelando gli abiti sontuosi e i lineamenti leggiadri della fata benigna. Compaiono due negretti. La fata affida loro la sorveglianza di Fiorine e il compito di distrarre i suoi sonni. " Grazie a quest'ultima annotazione comprendiamo che gli episodi successivi coincideranno con i sogni che popolano il sonno di Fiorine, fino alla scena finale in cui il principe, nato dalla metamorfosi che conclude gli Entretiens de la Belle et de la Bète, attraverserà il giardino incantato dove scoprirà la principessa addormentata che solo lui ha il potere di ridestare. This "Pavane de la Belle au bois dormant", from the auroral hues, will be the first episode of the suite Ma Mère l'Oye.
Donizetti Eugenio Leggiadri Nikolic Conti 2006
Giulia Martella, Eugenio Leggiadri-Gallani, Maria Costanza Nocentini, Alessandro Pento, Milijana Nikolic, Luciano Miotto, Giorgio Casciarri, Arturo Cauli, Franco Becconi. Marzio Conti (conductor). Marrucino di Chieti Theater Orchestra, Marrucino di Chieti Theater Chorus. Naxos, 2006.
Mozart Ponte Ponnelle Nikolaus Harnoncourt Gruberova Delores Ziegler Teresa Stratas Ferruccio Furlanetto Ferrando Luis Lima Paolo Montarsolo Belli Leggiadri Cara Fresco Moro Crudele Montagna Meco Wiener Philharmoniker 1988
Mozart Cosi fan tutte, libretto Lorenzo Da Ponte Jean-Pierre Ponnelle, Wiener Philharmoniker, Nikolaus Harnoncourt, 1988 Fiordiligi - Edita Gruberova Dorabella - Delores Ziegler Despina - Teresa Stratas Guglielmo - Ferruccio Furlanetto Ferrando - Luis Lima Don Alfonso - Paolo Montarsolo Scena quinta Guglielmo a braccio di Dorabella, Ferrando e Fiordiligi senza darsi braccio. Fanno una piccola scena muta guardandosi, sospirando, ridendo etc. FIORDILIGI Oh che bella giornata! FERRANDO Caldetta anzi che no. DORABELLA Che vezzosi arboscelli! GUGLIELMO Certo, certo: son belli, Han più foglie che frutti. FIORDILIGI Quei viali Come son leggiadri. Volete passeggiar? FERRANDO Son pronto, o cara, Ad ogni vostro cenno. FIORDILIGI Troppa grazia! FERRANDO (a Guglielmo, nel passare) Eccoci alla gran crisi. FIORDILIGI Cosa gli avete detto? FERRANDO Eh, gli raccomandai Di divertirla bene. DORABELLA (a Guglielmo) Passeggiamo anche noi. GUGLIELMO Come vi piace. (Passeggiano. - Dopo un momento di silenzio) Ahimè! DORABELLA Che cosa avete? (gli altri due fanno scena muta in lontananza) GUGLIELMO Io mi sento sì male, Sì male, anima mia, Che mi par di morire. DORABELLA (fra sé) Non otterrà nientissimo. (forte) Saranno rimasugli Del velen che beveste. GUGLIELMO (con fuoco) Ah, che un veleno assai più forte io bevo In que' crudi e focosi Mongibelli amorosi! DORABELLA Sarà veleno calido: Fatevi un poco fresco. (gli altri due entrano in atto di passeggiare) GUGLIELMO Ingrata, voi burlate Ed intanto io mi moro! (fra sé) Son spariti: Dove diamin son iti? DORABELLA Eh, via, non fate... GUGLIELMO Io mi moro, crudele, e voi burlate? DORABELLA Io burlo? io burlo? GUGLIELMO Dunque Datemi qualche segno, anima bella, Della vostra pietà. DORABELLA Due, se volete; Dite quel che far deggio, e lo vedrete. GUGLIELMO (fra sé) Scherza, o dice davvero? (forte, mostrandole un ciondolo) Questa picciola offerta D'accettare degnatevi. DORABELLA Un core? GUGLIELMO Un core: è simbolo di quello Ch'arde, languisce e spasima per voi. DORABELLA (fra sé) Che dono prezioso! GUGLIELMO L'accettate? DORABELLA Crudele! Di sedur non tentate un cor fedele. GUGLIELMO (fra sé) La montagna vacilla. Mi spiace; ma impegnato È l'onor di soldato. (a Dorabella) V'adoro! DORABELLA Per pietà... GUGLIELMO Son tutto vostro! DORABELLA Oh, Dei! GUGLIELMO Cedete, o cara! DORABELLA Mi farete morir... GUGLIELMO Morremo insieme, Amorosa mia speme. L'accettate? DORABELLA (dopo breve intervallo, con un sospiro) L'accetto. GUGLIELMO (fra sé) Infelice Ferrando! (a Dorabella) O che diletto! N. 23 - Duetto GUGLIELMO Il core vi dono, Bell'idolo mio; Ma il vostro vo' anch'io, Via, datelo a me. DORABELLA Mel date, lo prendo, Ma il mio non vi rendo: Invan mel chiedete, Più meco ei non è. GUGLIELMO Se teco non l'hai, Perché batte qui? DORABELLA Se a me tu lo dai, Che mai balza lì? DORABELLA E GUGLIELMO È il mio coricino Che più non è meco: Ei venne a star teco, Ei batte così. GUGLIELMO (Vuol metterle il core dov'ha il ritratto dell'amante) Qui lascia che il metta. DORABELLA Ei qui non può star
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